Piazza Simon Bolivar n.15 L'Aquila
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Biografia
Sono nato all’Aquila il 3/1/1962,fin da bambino ho avuto una naturale inclinazione per il disegno,mi sono ritrovato a riprodurre sul foglio cio’ che attirava la mia attenzione in maniera fedele alla realta’.Vinsi un concorso di disegno delle scuole medie e il premio fu una enciclopedia dove erano riprodotte le opere dei grandi maestri della pittura e io mi soffermavo a lungo ad osservare quelle immagini incantato ed ammirato dalla loro bravura.All’eta’ di 30 anni mi sono avvicinato alla pittura incominciando a dipingere nature morte,ritratti e paesaggi.
Archivio Andrea Baldocchi
Accreditato presso Michael Shamansky, New York
Piombino
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Fabrizio Izzi e il senso del sacro
L’universo pittorico di Fabrizio Izzi afferma una esplicita dimensione trascendente; per l’artista abruzzese è necessaria difatti una visione che renda l’opera d’arte un punto di riferimento spirituale.
I paesaggi si fanno surreali, le montagne divengono simboli ai quali, però, corrisponde certamente un contenuto voluminoso e colto che fluttua all’interno di un campo d’azione sacro. Sacro perché Izzi sonda con rispetto icratico lo stupore e le emozioni che ci vogliono meravigliare quotidianamente e che sono l’inesausta molla motrice che spinge il giovane artista verso creazioni sature di colori eleganti, morbidi, sensuali.
Anche la figura umana accetta la sfida e sprigiona un valore sacrale che è segno distintivo dei profondo immaginario di Fabrizio Izzi -- i segni dei volti ci appaiono luminosi e splendenti, quasi come una manifestazione divina. E, per un attimo, sembrano perdere la loro esperienza formale per apparirci come lampi inaspettati, come sogni fugaci, come visiorn ultraterrene. Le figure nascono solitarie e vivono eremite in un mondo incapace di trasmettere cultura ed amore; Fabrizio Izzi ammorbidisce i lineamenti rendendoli inafferrabili e concede, nel contempo, una estrema espressione di serena innocenza a visi che sfiorano le nuvole e carezzano lo spirito delle cose, in un riuscito tentativo dì salvaguardare, attraverso la pittura, l’iconografia del sacro. Che davvero si esalta nelle mani di Izzi producendo effetti lirici di elevata qualità, tra luci appena smorzate in iontane reminiscenze barocche.
Andrea Baidocchi
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